domenica 26 settembre 2010
giovedì 29 luglio 2010
A Milano il 60% dei bimbi è a rischio povertà
Secondo una ricerca della Provincia di Milano, nella metropoli lombarda sei bambini su 10 vivono in condizioni precarie.
A Milano e provincia il 60% dei bambini in età prescolare vive in una famiglia la cui condizione economica è caratterizzata da “fatica e fragilità ed è quindi più esposta al rischio povertà”. È quanto emerge dalla Seconda Relazione Sociale della Provincia di Milano, condotta dall’Istituto per la Ricerca Sociale e dell’Università Bocconi e focalizzata sulla prima infanzia.
Stando ai dati relativi al 2009, il 60% degli oltre 227mila bambini in età prescolare che vivono a Milano e nell’hinterland sono figli di un lavoratore dipendente, il cui stipendio è l’unica fonte di reddito familiare, e abitano in affitto o in una casa di proprietà acquistata attraverso un mutuo. Una situazione che rende difficile il risparmio e aumenta la fragilità delle famiglie di fronte alle spese quotidiane e agli imprevisti, ed è acuita dalla fase critica del mercato del lavoro.
Una condizione di disagio più grave riguarda il 10% per cento dei bambini sotto i sei anni. Si tratta di figli di genitori soli, con lavoro precario e instabile, o di immigrati non ancora integrati nel tessuto economico e sociale, il cui reddito complessivo, inferiore ai 14 mila euro annui, non è sufficiente a coprire i consumi necessari, che per quasi i due terzi sono destinati alla casa e all’alimentazione.
A Milano e provincia, insomma, crescono con “risorse adeguate” solo il 20% dei bambini sotto i sei anni, figli di lavoratori dipendenti, in cui entrambi i genitori lavorano oppure l’unico con un reddito è un quadro o un dirigente. E il 10% poi vive in una condizione di «agio florido»: si tratta dei figli di lavoratori autonomi o imprenditori, che vivono in case di proprietà in zone centrali o residenziali e spendono un quarto del reddito per il tempo libero e lo svago.Se le famiglie appartenenti a queste ultime due categorie non hanno risentito della crisi, è in aumento il tasso di vulnerabilità dei nuclei familiari con figli piccoli appartenenti alle fasce intermedie, che non hanno finora sperimentato forme evidenti di disagio ma rischiano di andarvi incontro. Secondo quanto emerge dallo studio, soprattutto le giovani coppie con figli piccoli, che scontano bassi livelli retributivi, forme contrattuali atipiche, un mercato della casa ingessato, devono far ricorso alle risorse messe a disposizione dalla famiglia di provenienza, che riveste un ruolo cruciale nella determinazione del livello di benessere.
Visualizza altro http://movimentoinfanzialazio.blogspot.com/#ixzz0v4owGSu9
A Milano e provincia il 60% dei bambini in età prescolare vive in una famiglia la cui condizione economica è caratterizzata da “fatica e fragilità ed è quindi più esposta al rischio povertà”. È quanto emerge dalla Seconda Relazione Sociale della Provincia di Milano, condotta dall’Istituto per la Ricerca Sociale e dell’Università Bocconi e focalizzata sulla prima infanzia.
Stando ai dati relativi al 2009, il 60% degli oltre 227mila bambini in età prescolare che vivono a Milano e nell’hinterland sono figli di un lavoratore dipendente, il cui stipendio è l’unica fonte di reddito familiare, e abitano in affitto o in una casa di proprietà acquistata attraverso un mutuo. Una situazione che rende difficile il risparmio e aumenta la fragilità delle famiglie di fronte alle spese quotidiane e agli imprevisti, ed è acuita dalla fase critica del mercato del lavoro.
Una condizione di disagio più grave riguarda il 10% per cento dei bambini sotto i sei anni. Si tratta di figli di genitori soli, con lavoro precario e instabile, o di immigrati non ancora integrati nel tessuto economico e sociale, il cui reddito complessivo, inferiore ai 14 mila euro annui, non è sufficiente a coprire i consumi necessari, che per quasi i due terzi sono destinati alla casa e all’alimentazione.
A Milano e provincia, insomma, crescono con “risorse adeguate” solo il 20% dei bambini sotto i sei anni, figli di lavoratori dipendenti, in cui entrambi i genitori lavorano oppure l’unico con un reddito è un quadro o un dirigente. E il 10% poi vive in una condizione di «agio florido»: si tratta dei figli di lavoratori autonomi o imprenditori, che vivono in case di proprietà in zone centrali o residenziali e spendono un quarto del reddito per il tempo libero e lo svago.Se le famiglie appartenenti a queste ultime due categorie non hanno risentito della crisi, è in aumento il tasso di vulnerabilità dei nuclei familiari con figli piccoli appartenenti alle fasce intermedie, che non hanno finora sperimentato forme evidenti di disagio ma rischiano di andarvi incontro. Secondo quanto emerge dallo studio, soprattutto le giovani coppie con figli piccoli, che scontano bassi livelli retributivi, forme contrattuali atipiche, un mercato della casa ingessato, devono far ricorso alle risorse messe a disposizione dalla famiglia di provenienza, che riveste un ruolo cruciale nella determinazione del livello di benessere.
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lunedì 7 giugno 2010
IL MOVIMENTO PER L'INFANZIA IN SUPPORTO AI PARENTI DELLA GIOVANE MAMMA DECEDUTA NEL DICEMBRE SCORSO
"Appresa la mobilitazione da parte dei parenti di Cosimina De Tommanso per conoscere la verità circa le reali motivazioni che portarono alla morte della sfortunata mamma, il Movimento per l'Infanzia della Regione Puglia, intendendo tutelare i diritti della piccolissima figlia, ha aderito completamente all'iniziativa posta in essere mettendo a disposizione completamente la strutta organizzativa, i legali e gli esperti".
Roberto Schifone
responsabile regionale del movimento per l'infanzia
ARTICOLO GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 14 MAGGIO 2010
I genitori di Cosimina De Tommaso - Salvatore ed Elisa De Michele-Calò - temono che la loro figlia non sia morta per cause naturali, così come «refertato» ed ipotizzano qualcosa di più che non possono accertare sicuramente se non con un’autopsia mai eseguita sul cadavere di questa povera ragazza morta ad appena ventiquattro anni nella sua abitazione di Palagiano, dove viveva con il marito e la figlioletta nata pochi mesi prima.
I due genitori si sono affidati ad un legale presentando una dettagliata denuncia alla caserma dei carabinieri di Palagiano con la quale chiedono «l’im - mediata riesumazione della salma affinche possa essere sottoposta ad esame autoptico onde risalire alla causa del decesso ed alla verità dei fatti».
Hanno anche annunciato l’eventuale costituzione di par te civile attraverso l’avvocato Assuntina Bruno.
La legale ha presentato in caserma il certificato di morte della giovane donna, morta il 9 novembre scorso, rilasciato dall’Asl.
«Precisiamo - scrivono i genitori nella denuncia - che abbiamo saputo della morte di nostra figlia almeno tre ore dopo il decesso e abbiamo presentato denuncia perché assillati da tanti dubbi. Cosimina non soffriva di alcuna patologia particolare e prova ne sia la cartella clinica dell’ospedale di Francavilla dove sedici mesi prima di morire ha partorito con un cesario la nostra nipotina». Allo stato non vi è alcun elemento che confermi i loro sospetti, ed è per questo che viene chiesta un’inda gine.-«Nostra figlia - scrivono ancora i genitori - veniva percossa dal marito, tanto ci è stato riferito dai vicini di casa e abbiamo constatato anche noi quando si trovavano ad Oria. Negli ultimissimi giorni di vita, Cosimina durante alcuni colloqui telefonici ci aveva informati che da tre giorni aveva emorragie e ci prometteva che si sarebbe sottoposta a cure e controlli ma non lo ha mai fatto e non appena rincasava il marito interrompeva immediatamente la telefonata».
«Noi ci chiediamo - scrivono nell’esposto i genitori - come mai il marito non l’ha portata in ospedale o da un medico? La notte in cui è morta quando siamo arrivati a Palagiano era già vestita e sistemata nella bara e non ci hanno permesso neanche di abbracciarla. Nostra figlia era irriconoscibile, faceva impressione, era gonfia ed aveva la fronte annerita. Abbiamo chiesto cosa fosse successo e il marito ci ha risposto che al momento del decesso nostra figlia era in bagno, poi è stato detto che era in un lago di sangue vicino alla culla della bimba. Ci ha riferito che era intervenuto il 118 che aveva constatato un infarto, ma nostra figlia non ha mai sofferto di problemi cardiaci e godeva di ottima salute».
Insomma, questi due disperati genitori - insieme con le sorelle di Cosimina - chiedono la verità.
Non è escluso che del caso si occupi anche l’associazione che tutela i diritti dell’inf anzia, che ha già garantito assistenza legale alla famiglia che non naviga certo nell’oro.
Alcuni amici di famiglia e della stessa Cosimina, sono da tempo impegnati in una raccolta di fondi per cercare di aiutare questa famiglia in forte difficoltà che spera di conoscere come siano effettivamente andate le cose in quella casa di Palagiano per questa giovanissima mamma di Oria morta a soli ventiquattro anni «per cause naturali» secondo il referto medico stilato senza quelli che - secondo i genitori - dovevano essere gli accertamenti necessari per escludere altre, angoscianti, ipotesi.
In alcuni bar di Oria si trova addirittura un contenitore per raccolta di soldi a favore di questo caso che ha destato commozione nella comunità oritana che conosceva bene Cosimina che si era trasferita da tempo nel paese del Tarantino di cui è originario il marito.
Pubblicato da amministratore a 04.03 Etichette: cosimina de tommaso, movimento per l'infanzia, oria, roberto schifone
Roberto Schifone
responsabile regionale del movimento per l'infanzia
ARTICOLO GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 14 MAGGIO 2010
I genitori di Cosimina De Tommaso - Salvatore ed Elisa De Michele-Calò - temono che la loro figlia non sia morta per cause naturali, così come «refertato» ed ipotizzano qualcosa di più che non possono accertare sicuramente se non con un’autopsia mai eseguita sul cadavere di questa povera ragazza morta ad appena ventiquattro anni nella sua abitazione di Palagiano, dove viveva con il marito e la figlioletta nata pochi mesi prima.
I due genitori si sono affidati ad un legale presentando una dettagliata denuncia alla caserma dei carabinieri di Palagiano con la quale chiedono «l’im - mediata riesumazione della salma affinche possa essere sottoposta ad esame autoptico onde risalire alla causa del decesso ed alla verità dei fatti».
Hanno anche annunciato l’eventuale costituzione di par te civile attraverso l’avvocato Assuntina Bruno.
La legale ha presentato in caserma il certificato di morte della giovane donna, morta il 9 novembre scorso, rilasciato dall’Asl.
«Precisiamo - scrivono i genitori nella denuncia - che abbiamo saputo della morte di nostra figlia almeno tre ore dopo il decesso e abbiamo presentato denuncia perché assillati da tanti dubbi. Cosimina non soffriva di alcuna patologia particolare e prova ne sia la cartella clinica dell’ospedale di Francavilla dove sedici mesi prima di morire ha partorito con un cesario la nostra nipotina». Allo stato non vi è alcun elemento che confermi i loro sospetti, ed è per questo che viene chiesta un’inda gine.-«Nostra figlia - scrivono ancora i genitori - veniva percossa dal marito, tanto ci è stato riferito dai vicini di casa e abbiamo constatato anche noi quando si trovavano ad Oria. Negli ultimissimi giorni di vita, Cosimina durante alcuni colloqui telefonici ci aveva informati che da tre giorni aveva emorragie e ci prometteva che si sarebbe sottoposta a cure e controlli ma non lo ha mai fatto e non appena rincasava il marito interrompeva immediatamente la telefonata».
«Noi ci chiediamo - scrivono nell’esposto i genitori - come mai il marito non l’ha portata in ospedale o da un medico? La notte in cui è morta quando siamo arrivati a Palagiano era già vestita e sistemata nella bara e non ci hanno permesso neanche di abbracciarla. Nostra figlia era irriconoscibile, faceva impressione, era gonfia ed aveva la fronte annerita. Abbiamo chiesto cosa fosse successo e il marito ci ha risposto che al momento del decesso nostra figlia era in bagno, poi è stato detto che era in un lago di sangue vicino alla culla della bimba. Ci ha riferito che era intervenuto il 118 che aveva constatato un infarto, ma nostra figlia non ha mai sofferto di problemi cardiaci e godeva di ottima salute».
Insomma, questi due disperati genitori - insieme con le sorelle di Cosimina - chiedono la verità.
Non è escluso che del caso si occupi anche l’associazione che tutela i diritti dell’inf anzia, che ha già garantito assistenza legale alla famiglia che non naviga certo nell’oro.
Alcuni amici di famiglia e della stessa Cosimina, sono da tempo impegnati in una raccolta di fondi per cercare di aiutare questa famiglia in forte difficoltà che spera di conoscere come siano effettivamente andate le cose in quella casa di Palagiano per questa giovanissima mamma di Oria morta a soli ventiquattro anni «per cause naturali» secondo il referto medico stilato senza quelli che - secondo i genitori - dovevano essere gli accertamenti necessari per escludere altre, angoscianti, ipotesi.
In alcuni bar di Oria si trova addirittura un contenitore per raccolta di soldi a favore di questo caso che ha destato commozione nella comunità oritana che conosceva bene Cosimina che si era trasferita da tempo nel paese del Tarantino di cui è originario il marito.
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martedì 16 marzo 2010
Arrestato "guru" di una setta
ROMA - Era il capo della setta Re Maya, con un migliaio di adepti. Abusava sessualmente di bambine di 10-12 anni e delle loro madri e otteneva denaro con l'inganno. Danilo Speranza, 62 anni, romano, 'guru' indiscusso del gruppo, è stato arrestato dagli agenti della polizia municipale di Roma dell'VIII Gruppo diretto dal comandante Antonio Di Maggio. Deve rispondere di violenza sessuale e truffa aggravata.
L'uomo convinceva anche le madri ad affidare ad altre famiglie i propri figli e si faceva intestare contratti di negozi grazie alla copertura della comunità new age Re Maya da lui fondata negli anni '80 per disintossicazione da droga, corsi di yoga e filosofia. La sede principale è a San Lorenzo, a Roma.
Dalle indagini è emerso tra l'altro che Speranza tentava di accreditarsi tra associazioni islamiche di musulmani con sedi prima a Napoli e poi a Roma. E che ha contatti anche con i gruppi eversivi e del fondamentalismo islamico, ed era in collegamento con il giornalista della stampa estera arrestato nei giorni scorsi a Milano con l'accusa di traffico di armi verso i Paesi islamici.
Speranza è stato arrestato nel quartiere Montesacro: è accusato di violenza sessuale anche su minori, truffa aggravata e false dichiarazioni all'autorità giudiziaria ma rischia anche l'accusa di riduzione in schiavitù. L'ordine di arresto è partito del Procuratore capo di Tivoli Luigi De Ficchy, che con i due pm Maria Teresa Pena e Stefania Stefania ha accolto la richiesta del gip Cecilia Angrisano.
Le indagini vanno avanti da più di un anno. Una ventina le ragazzine che hanno subito abusi, tutte romane, residenti soprattutto nel quartiere di Tor Bella Monaca: si sono rivolte al Centro antiviolenza del Comune di Roma per mettere fine all'incubo. Tra loro, anche adolescenti tossicodipendenti di 15-16 anni, che le famiglie affidavano al 'guaritore' per allontanarle dalla droga. Dopo aver intrapreso il 'cammino' di violenza e sopruso indicato da Speranza, venivano alloggiate in diverse strutture dislocate nel quartiere San Lorenzo, tutti appartamenti riconducibili alle associazioni del circuito "Maya".
Il guru di San Lorenzo è anche l'inventore - a suo dire - del disintegratore di particelle, un marchingegno in grado di risolvere la piaga della fame del mondo, perché capace di trasformare l'immondizia in cibo.
Nel corso delle perquisizioni nella sua abitazione di via Monte Mario gli agenti hanno trovato denti, capelli, feticci e bambole voodoo. "Mi sento male" avrebbe detto al momento dell'arresto il santone che per gli investigatori aveva rapporti "molto violenti" i danni di bambini e di alcune madri, vittime anche di estorsione.
(ha collaborato Emilio Orlando)
(Repubblica)
L'uomo convinceva anche le madri ad affidare ad altre famiglie i propri figli e si faceva intestare contratti di negozi grazie alla copertura della comunità new age Re Maya da lui fondata negli anni '80 per disintossicazione da droga, corsi di yoga e filosofia. La sede principale è a San Lorenzo, a Roma.
Dalle indagini è emerso tra l'altro che Speranza tentava di accreditarsi tra associazioni islamiche di musulmani con sedi prima a Napoli e poi a Roma. E che ha contatti anche con i gruppi eversivi e del fondamentalismo islamico, ed era in collegamento con il giornalista della stampa estera arrestato nei giorni scorsi a Milano con l'accusa di traffico di armi verso i Paesi islamici.
Speranza è stato arrestato nel quartiere Montesacro: è accusato di violenza sessuale anche su minori, truffa aggravata e false dichiarazioni all'autorità giudiziaria ma rischia anche l'accusa di riduzione in schiavitù. L'ordine di arresto è partito del Procuratore capo di Tivoli Luigi De Ficchy, che con i due pm Maria Teresa Pena e Stefania Stefania ha accolto la richiesta del gip Cecilia Angrisano.
Le indagini vanno avanti da più di un anno. Una ventina le ragazzine che hanno subito abusi, tutte romane, residenti soprattutto nel quartiere di Tor Bella Monaca: si sono rivolte al Centro antiviolenza del Comune di Roma per mettere fine all'incubo. Tra loro, anche adolescenti tossicodipendenti di 15-16 anni, che le famiglie affidavano al 'guaritore' per allontanarle dalla droga. Dopo aver intrapreso il 'cammino' di violenza e sopruso indicato da Speranza, venivano alloggiate in diverse strutture dislocate nel quartiere San Lorenzo, tutti appartamenti riconducibili alle associazioni del circuito "Maya".
Il guru di San Lorenzo è anche l'inventore - a suo dire - del disintegratore di particelle, un marchingegno in grado di risolvere la piaga della fame del mondo, perché capace di trasformare l'immondizia in cibo.
Nel corso delle perquisizioni nella sua abitazione di via Monte Mario gli agenti hanno trovato denti, capelli, feticci e bambole voodoo. "Mi sento male" avrebbe detto al momento dell'arresto il santone che per gli investigatori aveva rapporti "molto violenti" i danni di bambini e di alcune madri, vittime anche di estorsione.
(ha collaborato Emilio Orlando)
(Repubblica)
sabato 30 gennaio 2010
Bimbo conteso tra Usa e Italia, scarcerata la mamma di Liam
E' stata scarcerata la madre di Liam, il bambino di otto anni conteso tra la mamma italiana e il padre statunitense. Giovedì la mamma del minore era stata arrestata perché si rifiutava di consegnare il minore secondo un ordine impartito dalla magistratura americana. Venerdì il bimbo è stato consegnato alla polizia.
Il presidente della IV sezione penale della Corte D'Appello di Roma Domenico Massimo Miceli ha accolto l'istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati di Manuela Antonelli, la madre italiana di Liam, il bimbo di 8 anni conteso dai due genitori tra Italia e Stati Uniti.
La donna, assistita dagli avvocato Francesco Caroleo Grimaldi e Antonella Tomassini, uscirà dal carcere romano di Rebibbia dove è detenuta da giovedì scorso perchè ritenuta responsabile del reato di sequestro di persona del bambino, in esecuzione di un ordine di estradizione da parte degli Usa. Venerdì il bambino era stato ritrovato e affidato dall'autorità giudiziaria al fratello della donna.
(Repubblica)
venerdì 29 gennaio 2010
Arrestata la mamma del piccolo Liam Gabriele McCarty, che aveva denunciato l'ex marito
I legali di Manuela Antonelli:"Un agguato della giustizia Usa"
Una giornata terribile per la giustizia, per tutte le mamme che cercano solo di proteggere i propri figli e un trionfo per i padri accusati dai propri figli di aver abusato di loro.Al piccolo Liam, non ha creduto nessuno e ora gli è stata tolta anche la mamma.Facciamo girare questo articolo e organizziamo azioni a sostegno di Manuela Antonelli,una madre che oggi paga per un reato che non esiste.
Gli avvocati: "Un agguato della giustizia Usa".
L'aspetto più inquietante è che il il piccolo Liam non vuole più vedere suo padre perchè da lui dice di aver subito abusi sessuali.Anche la perizia del professor Cancrini lo ha confermato.Questo arresto indurrà tante madri a evitare di sporgere denuncia.E' un'azione in contrasto con la legge italiana, come viene spiegato dagli avvocati di Manuela.Questa madre va difesa perchè la sua unica colpa è quella di aver cercato di difendere suo figlio, mentre suo padre riempiva il web di appelli per riavere un figlio nei confronti del quale non aveva mai mostrato particolare interesse, almeno fino alla denuncia per abusi sessuali sporta dalla madre. La coppia era già separata quando è nato il figlio, e il bambino è sempre stato affidato alla madre, perchè ha sempre vissuto con lei. Inoltre per quel bambino il padre non aveva mai pagato gli alimenti.
Girando il web, abbiamo trovato anche un sito in cui, mostrando la fotografia del piccolo Liam, si chiedono soldi per pagare le spese legali.Manuela, invece, suo figlio lo ha sempre protetto, e per pagare le spese legali, ha dato fondo a tutto quello che aveva. Mai e poi mai avrebbe usato suo figlio per "pagarsi le spese".Il padre è stato anche condannato in Italia per aver diffuso le foto del bambino in rete, ma le foto sono ancora là.Evidentemente la giustizia, nel caso di Manuela e Liam, ha dimenticato di usare la ragione.
lunedì 4 gennaio 2010
PARTE A FIRENZE UN IMPORTANTE CORSO DI FORMAZIONE
A Firenze dal 15 gennaio al 27 marzo 2010 si svolgerà il corso di formazione in "Competenze, strategie e tecniche giuridiche e psicologiche del difensore e del consulente del minore". Il corso è organizzato dal Movimento per l'Infanzia insieme all'Unione Camere Minorili, all'Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia, avvocati di famiglia (sez. Firenze), alla CEDAM e alla Fondazione per la Formazione Forense di Firenze, con il patrocinio del Comune di Firenze, della Provincia di Firenze e dell'Istituto degli Innocenti.
Il corso si rivolge in primo luogo ad avvocati (per gli avvocati dà diritto a n. 24 crediti formativi) e psicologi che intendono acquisire una specifica formazione nell'ambito della tutela dei minori ma è anche indicato per gli operatori socio sanitari, per le forze dell'ordine che esercitano attività di prevenzione e indagine su reati che violano diritti dei minori e in genere per tutti i professionisti che svolgono la loro attività nel campo dei bisogni e della tutela dei bambini; è aperto a neolaureati in giurisprudenza, psicologia e scienze sociali.
Per coloro che hanno frequentato almeno il 75% delle lezioni, alla fine del corso, sarà consegnato un attestato che potrà essere utilizzato dagli psicologi per l'iscrizione alle liste di Consulente Tecnico e di Perito.
L'orientamento culturale del corso è dichiaratamente "dalla parte dei bambini" finalizzato quindi ad individuare e contrastare i modelli adultocentrici che ancora oggi svolgono una funzione di negazione dei bisogni e dei diritti dei minori.
Le giornate di studio sono divise in nove moduli comuni, cui assisteranno sia gli avvocati che gli psicologi, e in tre lezioni specialistiche invece per le diverse discipline.
Le iscrizioni scadono il 10 gennaio
- scarica il modulo di iscrizione sul sito www.movimentoinfanzia.it
Il corso si rivolge in primo luogo ad avvocati (per gli avvocati dà diritto a n. 24 crediti formativi) e psicologi che intendono acquisire una specifica formazione nell'ambito della tutela dei minori ma è anche indicato per gli operatori socio sanitari, per le forze dell'ordine che esercitano attività di prevenzione e indagine su reati che violano diritti dei minori e in genere per tutti i professionisti che svolgono la loro attività nel campo dei bisogni e della tutela dei bambini; è aperto a neolaureati in giurisprudenza, psicologia e scienze sociali.
Per coloro che hanno frequentato almeno il 75% delle lezioni, alla fine del corso, sarà consegnato un attestato che potrà essere utilizzato dagli psicologi per l'iscrizione alle liste di Consulente Tecnico e di Perito.
L'orientamento culturale del corso è dichiaratamente "dalla parte dei bambini" finalizzato quindi ad individuare e contrastare i modelli adultocentrici che ancora oggi svolgono una funzione di negazione dei bisogni e dei diritti dei minori.
Le giornate di studio sono divise in nove moduli comuni, cui assisteranno sia gli avvocati che gli psicologi, e in tre lezioni specialistiche invece per le diverse discipline.
Le iscrizioni scadono il 10 gennaio
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